lunedì 20 marzo 2017

Il modello del mese: Porsche 911 Polizei Martoys (1975, cod. 0111)

Il modello che trattiamo oggi nella nostra rubrica rappresenta una delle primissime "varianti" di un modello base della nota ditta brianzola, ovvero la Porsche 911S. Nel 1975, poco prima che avvenisse il passaggio da Martoys a Bburago, ecco uscire nei negozi la Porsche 911 Polizei, ovvero in livrea bianco/verde della polizia tedesca.

La pubblicita' dell' epoca mostra il modello con tutte le caratteristiche che lo differenziano dalla versione base: decals specifiche, cofani anteriori e posteriori dipinti in verde, una bella antenna, un lampeggiante blu ed una sirena.
Un' altra differenza riguarda il prezzo di lancio: rispetto alla 911S stradale base del 1974, si passa da un prezzo di 2500 lire a ben 3200 lire, non poco, anche considerando l' epoca in cui questi modelli furono presentati.
Altro elemento degno di nota è il cambio di codice tra le due varianti, osservabile pero' solo sulle scatole e non sul fondino dei modelli: si passa dal codice "0102" della 911S stradale al codice "0111" della versione Polizei.
Bisogna inoltre notare come tale versione sia uno degli ultimi modelli prodotti sotto marchio Martoys, realizzato in pochissime unità prima del cambio di denominazione dell' azienda; l' autore di questo blog ritiene che la produzione a marchio Martoys di tale modello sia durata appena un anno. Infatti dal 1976 sarà gia' rinominata Bburago e verra' prodotta fino circa al 1981.

 Nelle foto sopra riportate vediamo il modello in questione, proveniente dalla collezione privata dell' autore di questo blog. Il modello appare molto ben fatto, la livrea molto veritiera tranne che per una grossa ingenuita', ovvero la tipica targa Martoys argento al posteriore. Quando mai una macchina della Polizei tedesca porta la targa Milano?
A parte tale errore, si apprezza la qualita' degli accessori in plastica: bellissimo il lampeggiante azzurro e la sirena cromata, cosi' come l' antenna posta sul parafango destro. Molto belle e realistiche le decals ed i cofani verdi.

Ora è il momento di mostrarvi rarita' assoluta  da poco in mio possesso: lo stesso modello, la stessa livrea (e stessi codici di produzione) ma carrozzeria con stampo differente, ovvero "parafanghi larghi".
Tale modello costituisce una variante nella variante e quindi un modello particolarissimo, destinato esclusivamente al mercato estero, mai visto in Italia.
Viene usata una scocca racing, con paraurti in plastica nera e quattro tubi di scarico, che Bburago utilizza per i modelli rally o pista. Tale versione e' molto rara perchè prodotta per pochissimo tempo ed alla fine della vita commerciale del modello. Il fotoconfronto rende evidenti tali differenze.



       

domenica 17 aprile 2016

Scheda valutazione 001: Martoys/Bburago Alpine A110 , cod. 0101/9101 (1974-1984)





                           Alpine Renault A 110 1/24 Martoys/Bburago
       (le valutazioni considerano un modello in condizioni perfette con scatola) 


Versione Colore Valore Rarità (1-10)
Rally Monte (num 96) Blu Francia 40-50 euro 6
Rally Monte (num 96) Arancio 70- 80 euro 7
Rally Monte (num 96) Blu met chiaro/scuro 90 euro 8
Rally Monte (num 96) Argento chiaro 90 euro 8
Rally Monte (num 96) Verde acido 110 euro 9
Denim Promo (  gr /r. gial) Bianca 70 euro 7
Rally num 70 (r.gial./ r. crom.) Blu Francia 60 euro 6,5

venerdì 15 aprile 2016

Il modello del mese: Williams Fw 14B Bburago (1992-1994) cod.6108


Questo mese la nostra rubrica trattera' un modello diverso da quelli finora recensiti: parliamo infatti di una monoposto di F1, la Williams Fw14b del 1992.
Burago, come di consueto, la riproduce non appena la stagione agonistica va in archivio:



Ecco la classica pubblicita', tratta da un "Topolino" di fine 1992: l' "arma assoluta" di Nigel Mansell e Riccardo Patrese risulta essere ben realizzata, considerando che stiamo parlando comunque di un giocattolo, non di un modello per collezionisti. Notiamo come la bella livrea giallo-blu Camel sia praticamente perfetta; ovviamente mancano le decals delle sigarette Camel... ma tale divieto persiste tuttora anche su modelli ben piu' blasonati. Mancano purtroppo anche gli specchietti, caratteristica comune per tutte le F1 Burago del periodo.
Molto belle tutte le decal, con grafica molto realistica (colpisce il mitico 5 rosso, numero simbolo del pilota britannico Mansell).
Il claim con il quale viene presentata punta l' attenzione sull' unicita' e perfezione del modello e della sua controparte reale: mai fino ad allora una stagione di F1 era stata cosi dominata da una sola vettura, 14 pole position su 16 gare e 10 vittorie su 16 gare.
Analizzando nello specifico il modello vediamo come la vettura sia molto snella e rastremata nella zona posteriore detta "a Cocacola", questo deriva da un lungo studio effettuato in galleria del vento, per ottimizzare la canalizzazione dei flussi d' aria verso il  retrotreno ed il fondo piatto.

La vista dall' alto ci consente di apprezzare la sezione molto profilata ed areodinamica dell' abitacolo, cosi estrema da richiedere l' utilizzo di un volante di piccolo diametro.
Notiamo anche il raffinato alettone posteriore, deputato a generare carico areodinamico a tutta la zona posteriore che si rivela altresì un perfetto spazio pubblicitario per la Canon, famoso marchio di apparecchi fotografici e video.

Le ragioni di una tale supremazia furono di carattere tecnico: la Fw 14b si rivelo' essere la monoposto piu' avanzata del decennio con sospensioni attive regolabili dall' abitacolo a seconda dei diversi circuiti e il controllo di trazione, che ripartiva la potenza del motore in maniera ottimale alle ruote in ogni condizione. Emblematica fu la prestazione ottenuta da Mansell a Silverstone in qualifica: 3 secondi netti sul piu' diretto avversario, un contrariato Ayrton Senna su Mclaren.


Tale vettura era anche molto versatile e facile da mettere a punto. Mansell infatti non era un pilota noto per la sua abilita' nella regolazione del mezzo, ma con la Fw14b riusciva sempre a trovare la messa a punto ideale il primo giorno di prove e subito trarre fuori il massimo risultato possibile, molto spesso una vittoria schiacciante su tutta la concorrenza.
Nella foto sottostante vediamo il pilota britannico attorniato dalla folla durante il giro d' onore a Silverstone 1992, la sua vittoria piu' bella.



 






 Nelle foto sopra, alcune foto della stagione 1992:
 una cavalcata senza precedenti per il Leone d' Inghilterra e la
 Williams Renault.






sabato 5 marzo 2016

Il modello del mese: Ford Escort 1800 Rs Bburago (1978-1983) cod. 0118


Il modello del mese che andiamo ad analizzare questa volta parla inglese: si tratta infatti della Ford Escort Rs 1800 Rally prodotta da Bburago dal 1978 al 1983 in un paio di livree differenti.
Iniziamo come di consueto osservando una pubblicita' tratta da un "Topolino"
del 1978:
  
 In un diorama a tema roccioso- rallistico si staglia il modello in questione, posto sotto la scritta: "Copia chi vince" che rimarca ancora una volta la caratteristica tipica di tutti i modelli della casa brianzola: non appena un' auto assurge agli onori della cronaca, ecco che viene copiata tempestivamente in scala ridotta.
Gia' da questa immagine possiamo notare alcune inesattezze: la livrea rappresentata riproduce una versione da pista e non da rally, divenuta famosa in Germania nella gare di velocità su pista, versione denominata Mampe- Zakspeed.


  Tale configurazione con parafanghi vistosamente allargati ed ampio alettone  posteriore venne utilizzato nei rally solamente una volta e precisamente al Montecarlo 1976 da Roger Clark. In quell' occasione la livrea era pero' la bianca/rossa/gialla Shell.



Passando quindi ad analizzare il modello in questione grazie ad un esemplare in perfette condizioni (appartenente alla collezione dell' autore di questo blog) notiamo subito la larghezza del passo ruote ed il vistoso alettone posteriore, realizzato in plastica a differenza del corpo vettura che è in zamak.





All' anteriore notiamo la mancanza di fari di profondità supplementari ed all' interno la mancanza di un roll-bar di rinforzo a protezione dell' abitacolo.
E' evidente infatti anche la ridotta altezza da terra, assetto tipico da pista: in tale configurazione questa vettura non ha mai affrontato il minimo dislivello!
Nonostante tali pecche e solo due aperture (portiere) il modello ha una livrea accattivante e precisa se confrontata con la sua controparte pistaiola reale; molto bella  altresì la calandra cromata ed i parafanghi allargati.



 Osservando il fondino possiamo notare l' accenno di meccanica stampatovi sopra, efficace pur nella sua estrema semplicità.

Di seguito, ecco l' altra livrea prodotta in contemporanea di questo grintoso modello, presente nei negozi verso il 1982-1983.




Nota esotica:  venne prodotta contemporaneamente su licenza anche in Urss, però con scocca in materiale plastico.

 Tale modello a parafanghi allargati non è mai stato riprodotto nella serie economica "9000" a ruote gialle e finiture semplificate.

 











sabato 23 gennaio 2016

Il modello del mese: Lancia Delta S4 Burago (1986-2004) cod.0115/5115



La nostra rubrica monografica per questa puntata trae spunto da un' importante anniversario: 30 anni fa, proprio in questi giorni, si stava svolgendo il Rally di Montecarlo . Edizione destinata a rimanere nella storia come l' ultima dei "mostri" del Gruppo B, categoria creata nel 1982 e sviluppatasi fino al 1986, interrotta da una serie di terribili incidenti dovuti all' incompatibilità dei percorsi stradali con le devastanti potenze espresse da vetture con quasi 600 Cv.
Regina indimenticata della categoria è senza dubbio la Lancia Delta S4, sviluppata a partire dall' estate 1984 e giunta a maturazione proprio nel corso della stagione 1986.
La Burago, sempre attenta a proporre le ultime novità ai propri clienti, la riproduce in scala 1/24  sul finire dello stesso anno.
Qui sotto vediamo una pubblicita' tratta da un "Topolino" del fatidico 1986:
Possiamo subito notare l' accuratezza con cui viene presentato  il modello, una sorta di scheda tecnica in una decina di punti.

Ancora una volta già da questa immagine, ci accorgiamo che la ditta brianzola ha riprodotto il  modello basandosi sulle foto "press version" della S4, pubblicate  sul finire del 1985.


Come vediamo in queste primissime foto erano state solo gettate le basi del progetto che per 2 anni tenne occupato il reparto corse di Chivasso. La S4 che correra' sul finire del 1985 e nell' '86 sara' ben differente.


 Nelle foto seguenti possiamo osservare più in dettaglio il modello in scala:






Nella vista di 3/4 anteriore possiamo apprezzare come la livrea Martini sia stata adeguatamente riprodotta, tutte le decals sono corrette e rappresentano la vettura numero 7 pilotata da Toivonen/Cresto che ha conquistato quell' edizione del Montecarlo. Tuttavia il posteriore e l' anteriore  (fanaleria) ricalcano quella di una normale Delta HF Turbo stradale. Il modello presenta tre aperture, le due portiere e il pesante cofano posteriore che quasi mai riesce a rimanere aperto per mostrare la bella riproduzione del telaio in traliccio di tubi ed il motore. Sarebbe stato forse preferibile l' adozione del metodo a incastro metti/togli, invece di una semplice cerniera, ma ricordiamoci che tali modelli nascevano come giocattoli più che come modelli da collezione.
Tale modello ha avuto una vita particolarmente lunga, quasi vent'anni di produzione, fino al 2004 in cui si sono succedute più versioni: degne di nota sono per esempio i due kit Esso (nero/oro e, più raro, blu/oro) oltre che l' ultimissima versione denominata "Ferodo", di colore rosso, ove non sono più presenti i loghi "Martini" a causa della crisi Bburago, che aveva perduto i diritti di riproduzione del marchio.




                Le diverse versioni del modello succedutesi negli anni.    

 
   

lunedì 16 novembre 2015

TOPI, UN ORSETTO DA PISTA ED UN VINO DA CORSA

Nel 1948 in una via centrale di Berna esisteva, e forse esiste ancora, un bel negozio di giocattoli. Nel luglio di quell'anno un elegante signora si fermo' davanti a quella vetrina. Era la prima volta che usciva dall'ospedale dove suo marito era stato ricoverato diversi giorni prima in gravissime condizioni per un incidente di corsa sul circuito di Bremgarten. Un terribile incidente ,era gia' stato dichiarato deceduto ma i medici, alleati con il Destino, gli avevano riacciuffato la vita per un pelo.Il giorno prima nelle prove l'uscita di strada mortale di Varzi aveva ricordato a tutti l'agghiacciante pericolosita' di quel tracciato. Ma ora la signora era felice perche' suo marito era stato dichiarato fuori pericolo.La vetrina del negozio era stracolma di orsi di peluche di tutte le dimensioni,erano l'orgoglioso  simbolo della citta' svizzera. Ne compro' uno molto piccolo perche', come poi disse, non era come gli altri, aveva uno sguardo umano e felice. " Te l'ho comprato perche' sono sicura che ti portera' fortuna" disse al marito che l'aspettava in ospedale. Quell'uomo un po' stempiato con i baffetti neri le sorrise debolmente. Da quel momento non si sarebbe piu' separato da quella mascotte tenendola sotto la tuta da pilota alla partenza di ogni gara. L'aveva promosso ad orsetto da pista, ma non gli diede mai un nome. Lui invece si chiamava Maurice Trintignant.



Era un pilota metodico, pianificatore ma nel momento del bisogno si prendeva i suoi rischi. Memorabile fu la vittoria a Montecarlo nel 1955, nel G.P. di Europa di Formula 1: negli ultimi giri la pressione dell'olio della sua Ferrari si azzerava nalle curve a sinistra per tornare pressoche' normale in quelle a destra. Trintignant adotto' allora un ritmo di marcia particolare: piede di velluto nel percorrere le prime, derapate da far rizzare i capelli in testa nelle seconde per mantenere la media di gara che si era imposto! Arrivo' primo, anche grazie al tuffo nel porto di Ascari. Maurice era nato gentleman driver e di questa stoffa si nasce, non si diventa.Visse a lungo fino ad 88 anni, occupandosi delle sue vigne nel Midi vicino ad Avignone, come aveva sempre fatto con orgoglio tutto francese. Nella sua biografia "Pilotes de Courses" uscita nel 1957 descrive bene la flemma con cui partiva dalla sua tenuta di campagna a bordo dell'amata Buick -il famoso orsetto appeso al retrovisore- per recarsi sui circuiti di gara con ore e ore di guida anche notturna. Quando un meccanico della sua scuderia Ferrari gli chiese quale sarebbe stato il nuovo vino di sua produzione rispose: "Si chiamera' Petoulet...e' il rose' delle mie vigne. Ho fatto disegnare un'etichetta molto graziosa con la bandiera a scacchi dell'arrivo della corsa".

Gia', Petoulet. Il soprannome che gli aveva affibbiato Wimille a Parigi, nel 1945. Trintignant aveva ricomprato prima del conflitto la Bugatti sulla quale aveva perso la vita suo fratello Louis e l'aveva riparata. Per sfuggire alle requisizioni tedesche l'aveva smontata e nascosto le diverse parti in un fienile. Dopo quattro anni passati in compagnia dei...topi il serbatoio era stato contaminato dalle deiezioni degli animaletti.Alla prima gara la "nonna" fu costretta al ritiro per i getti dei carburatori otturati nonostante la pulizia del serbatoio effettuata durante il rimontaggio. Furente, Trintignant aveva espresso in toni coloriti il suo disappunto per quelle cacchette che in campagna da lui venivano chiamate "petoulet" , termine sconosciuto agli altri piloti che accolsero il suo sconforto con grasse risate. Il nomignolo lo porto' per tutta la vita con orgoglio : un grande pilota, corretto e professionale, appassionato vigneron , ricolmo di joie de vivre.                                                                    
                                                                                                A cura di Aeroduck
                                                                                                                  

martedì 3 novembre 2015

Il modello del mese: Fiat 131 Abarth Bburago (1977- 1984) cod. 0145


La nostra rubrica monografica questo mese analizza un modello particolarmente affascinante della produzione Bburago, ossia la Fiat 131 Abarth nella versione Alitalia. Presentata in anteprima al Salone del Giocattolo di Milano nei primi mesi del 1978 veniva cosi' pubblicizzata:


Nel tipico stile della casa brianzola con la frase "aereo da strada" si poneva l' accento sulla partnership pubblicitaria appena avviatasi tra la Fiat e l' Alitalia, nostra compagnia di bandiera, che sarebbe durata fino al 1980.
Viene altresi' messo in risalto l' aspetto della fedelta' di riproduzione ("proprio quella che ha vinto il Campionato del Mondo Rallyes") e le aperture presenti sul modello, in questo caso, purtroppo, soltanto due.
Passando ad analizzare nel dettaglio il modello, notiamo per prima cosa che le proporzioni sono state colte adeguatamente e la fanaleria anteriore cosi come la posteriore risultano molto ben riprodotte.



Dall' ultima foto pero' possiamo notare come i passaruota allargati rendano la vettura piu' larga di quanto appaia in realta',  in particolar modo se consideriamo la versione approntata per i rallyes disputati su neve (Swedish Rally o Neige et Glaces).
Un' altra "stecca" emerge se si osseva la riproduzione della livrea Alitalia: Il tetto e i parafanghi realizzati in verde prato, nella realtà erano dipinti in bianco.  Questo aspetto venne maggiormente curato dalla rivale storica della Bburago, la Polistil. In quel caso la livrea appare perfettamente riprodotta, tutte le decals sono  corrispondenti alla vettura che partecipo' al Montecarlo 1978 guidata da Maurizio Verini.
Nella foto sottostante possiamo vedere il fondino della vettura, tradizionalmente realizzato in plastica nera e fissato da due semplici viti a croce.




Nell' ultima foto vediamo alcune versioni del suddetto modello, prodotto per un arco di tempo che va dal 1977 al 1984.



  Da sinistra: livrea Alitalia (anno 1978); livrea Olio Fiat (1977) livrea Jolly Club (1983) in due versioni, la rarissima argento/nero e la piu' comune
argento/ rosso.

Altre versioni (non di proprietà dell' autore di questo blog):